Ci siamo!
La Fiera del libro per Ragazzi è alle porte.
Come sempre, è arrivata prima che riuscissimo a dire “Bologna”.
Quest’anno io parteciperò solo per due giorni, ma li ho riempiti fino all’orlo di cose da fare: appuntamenti, portfolio review, tappe di contatto da editori, art director e colleghi.
Certo, da brava introversa l’idea di immergermi in quella (seppur coloratissima) calca, mi sfibra abbastanza e so che tornerò distrutta, ma anche che in fondo ne vale la pena.
Noi illustratori siamo bestie strane: passiamo gran parte dell’anno a parlarne, a progettare e fare buoni propositi per le cose da fare alla prossima edizione; poi, mano a mano che si avvicina molti di noi si trovano a fare i conti con una crescente apatia e pigrizia che ci fa pentire di aver prenotato albergo e biglietto.
E allora mi sono detta: visto che quest’anno sono in questo mood positivo e propositivo, perché non stendere una lista di buoni motivi per visitare la Fiera del Libro?
Così le prossime edizioni, se sarò un po’ fiacca, mi sentirò comunque motivata a non rinunciare. E spero possa essere utile anche a chi come me, si fa prendere dall’indecisione o dallo sconforto dell’ultimo momento.
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Il corso degli... eventi
Per 4 giorni la Fiera diventa una piccola città nella città. Un posto coloratissimo dove si concentrano gran parte delle cose che ci interessano.
Facciamo parte di un ambiente abbastanza di nicchia (non tutti ce ne rendiamo conto, ma è così) perciò questa è un’occasione d’oro per partecipare a iniziative pensate da noi o per noi.
Durante l’anno mostre e workshop a cui avremmo voluto partecipare si sono svolti puntualmente in città lontane o scomode da raggiungere…
Beh, ora è tutto qui! Cosa fai, vuoi mancare?
Ci sono diverse mostre di illustrazione, sia all’interno della Fiera che in giro per la città.
E poi, prendono vita workshop, si tengono portfolio review, conferenze, sessioni di disegno live. Tutte esperienze arricchenti, se non vere e proprie occasioni per crescere e imparare cose nuove.

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"Ci sei a Bologna quest'anno?"
Questa è la domanda di rito che immancabilmente ci si fa a partire dalla fine di gennaio.
Incontrare vecchi e nuovi colleghi è una delle cose che preferisco della Fiera.
Nel corso degli anni, alcuni sono diventati amici; altri sono professionisti di lunga data da cui c’è tanto da imparare.
Ci sono illustratori che seguiamo sui siti e social ammirandoli da lontano, e finalmente in Fiera hanno un volto. E’ una sensazione stranissima!
E poi ci si scambiano pareri ed esperienze, tra uno stand e l’altro, o in fila per la focaccia farcita, o ci si vede per un caffè e si chiacchiera di questo e quello.

Facciamoci travolgere dall’entusiasmo di colleghi particolarmente positivi e ambiziosi a livello artistico e imprenditoriale.
Questo per me significa tanto: è una risorsa enorme all’interno della Fiera.
E sai perché? L’entusiasmo è contagioso!
Certo attenzione, perché lo è anche la lamentela; infatti mi impegno ad evitare lunghe chiacchierate con chi tende a piangersi troppo addosso. Nulla di personale.
E’ che sono piuttosto empatica e dalla fiera voglio tornare carica, non appesantita (se non di fantastici calendari e cartoline).
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Un po' di sana Mano Windsor
Mano Windsor, ovvero public relations. Tipica attività fieristica.
Diciamo che ti è piaciuto particolarmente lavorare con alcuni art e clienti. E allora, perché non passare a fare un saluto?
Lavoriamo dalle nostre scrivanie con le cuffie in testa e l’immancabile tazza di caffè o tè di lato.
Come tutti gli illustratori, non incontro il 99% dei miei clienti e degli art director con cui lavoro.
Alcuni di loro li ho sentiti per telefono e su Skype per mesi e mesi di lavorazione e riconoscerei la loro voce ovunque ma non so neppure che aspetto abbiano.
Ammetto che a volte risulta un filino alienante.
Vedersi in Fiera è un po’ come dire: Eccoti qui! Ma allora esisti!
Dopo mesi di email e telefonate, vedersi è proprio una cosa carina!

E poi, Moleskine o tablet alla mano, possiamo scattare foto e prendere appunti su nuovi potenziali clienti.
A me andare in Fiera sembra quasi come fare la spesa.
“Questo mi interessa, questo è adatto, questo lo contatto subito…” Senza contare l’incetta annuale di materiale promo degli editori, spesso bellissimo e super colorato.
Calendari, adesivi, segnalibri e, naturalmente cataloghi!
Con un pizzico di fortuna, alcuni editori improvvisano anche dello scouting in loco e danno un’occhiata a cosa abbiamo da offrire (leggi: ci guardano il portfolio!) anche senza appuntamento. Non dimentichiamoci il biglietto da visita. Nostro e loro.
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Un pieno di energia effetto vitamina
Guarda, non volevo scomodare la grande hit “Le tagliatelle di Nonna Pina”, ma era quasi dovuto!
Il Muro e gli stand sono un caleidoscopio di mille colori, stili, prodotti, novità…
Gli stimoli sono infiniti. Torno sempre dalla fiera che sono una miniera di idee!
Se siamo a corto di “scintilla creativa”, andare in Fiera fa proprio bene.
E’ vero, ci vuole un po’ per mettere insieme tutti i tasselli del puzzle, una volta tornati a casa carichi di input e appunti, quindi coltiviamo una sana dose di pazienza.

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La grande tribù
Lo dicono anche i Muse :
“Fish in the sea
You know how I feel”
E ci si sente proprio così, una volta varcati i tornelli di Bologna Fiere. Un’enorme, oceanica tribù.
Illustratori, autori, editori, art director, grafici, paper engineers, bibliotecari, sviluppatori, traduttori, sales manager e tanti altri…
Quasi sempre, in Fiera si sviluppa uno strano senso di appartenenza; anzi, inizia ancora prima, quando sull’autobus ci si guarda uno con l’altro perché si indossa il badge al collo, con l’inconfondibile fettuccia magenta.
Non importa se disegniamo o se il nostro lavoro è fare riunioni sulle vendite dell’ultima collana. Ci occupiamo della stessa cosa, come se fossimo parte di un grande organismo.

“Ma sì… cosa vado a fare, io?”
E’ la classica domanda che ti fai quando hai perso quel vago senso di appartenenza.
Quando ci estraniamo da un ambiente, sentiamo di farne parte ancora meno.
E’ un po’ una specie di circolo vizioso.
Per questo motivo, se stai tentennando sull’andare o no alla Fiera perché “Cosa vado a fare? Non sono nemmeno un vero illustratore”, ti consiglio di farci un saltino, almeno un giorno.
Goditi le mostre, osserva quanta vita brulica attorno all’editoria per l’infanzia, coltiva la curiosità, fatti travolgere dall’entusiasmo e dall’energia che scorre in quei padiglioni.
E già che ci sei, guarda quanto mondo c’è dentro la Fiera!
In tempi come questi, in cui ci vogliono tutti divisi ed estranei, gustati i colori dei cinque Continenti che si sono riversati in uno spazio tutto sommato così concentrato.
Io lo trovo davvero emozionante. Credo che faccia bene al cuore, oltre che agli occhi.
Apre le finestre della mente e ci fa circolare della sana aria fresca.
Guarda quante possibilità, quante soluzioni e quanta creatività ci sono nel mondo.
E sì, anche tu ne fai parte. :-)