Non aprite quel portfolio – Gli errori più frequenti

portfolio illustrazione

Illustrazioni di Justin Tran

Halloween è lontano…

Ma ci sono cose che fanno paura tutto l’anno. Come l’invio di un portfolio pieno di errori!

Ne riconosci qualcuno in questo elenco? Sbagliando si impara. :-)
Se guardo i miei vecchi portfolio (che ho conservato come monito) mi accorgo di come fossero meno efficaci di quelli che preparo negli ultimi anni.

E’ normale. L’importante è correre ai ripari!
Gli errori possono riguardare due elementi in particolare.

Il contenuto del portfolio

Sono quelli che hanno a che fare proprio con le immagini che abbiamo scelto.

  • Inviare il proprio materiale a tutti, indistintamente. Non conoscere il catalogo del destinatario (e pensare che non si noti). Sparare nel mucchio non solo non funziona, ma è anche poco educato.
  • Un portfolio sopra le 20 immagini è un big no-no. Nessuno arriverà alla fine. Ho visto coi miei occhi la quantità di email giornaliere che ricevono art director e agenzie. Farebbe impallidire Dracula all’Equatore. Ti rassicuro: chi sta cercando nuovi artisti approfondisce sempre siti e account social di un portfolio che l’ha colpito.
  • Già che ci siamo, attenzione anche al peso eccessivo dei file inviati.
  • Ricevere immagini a grandezza francobollo farebbe salire la frustrazione anche al Dalai Lama. Lo so, non vuoi che le tue tavole vengano utilizzate senza il tuo consenso, ma non esagerare. Devono essere leggibili e dare delle informazioni a chi le guarda. Ecco due immagini di misura ragionevole: verticale e orizzontale.
  • Tavole in risoluzione troppo bassa, (quelle in cui si vedono i dettagli sgranati) sono da evitare. In questo articolo avevo scritto come funzionano formati e risoluzioni.
  • Inserire lavori troppo vecchi. Non usi più quella tecnica, hai cambiato stile, o sei migliorato in maniera esponenziale da quando hai fatto certe illustrazioni? E’ il momento di eliminarle. Non rischiare che alcune tavole abbassino la qualità generale del portfolio o che possano chiederti cose di cui non vuoi più occuparti.
  • File con nomi generici. Se invii un PDF chiamalo col tuo nome e cognome e con l’anno corrente. Lo stesso se stai inviando immagini sfuse in allegato:nomecognomenumero.jpg. Nella cartella del destinatario, sono già presenti decine o centinaia di portfolio che si chiamano portfolio.pdf o IMG03.jpg.
  • Due cose sono infinite: l’universo e la bruttezza dei watermark. Lo so cosa stai pensando: “Ma poi stampano 200 cartoline con le mie immagini e non me le pagano!” Non succederà, anche perché invierai file in formato web e non per la stampa (quindi non sopra i 72 dpi, con cui si può fare poco e nulla). Il watermark è obsoleto e pretenzioso. Ma soprattutto, è fuori luogo quando si contatta un potenziale cliente, perché grida questo: “Senti, io non mi fido di te, quindi ecco le mie immagini tutte coperte da una filigrana enorme che non ti permetterà di rubare il mio lavoro. Detto questo, lavoriamo insieme?”

Leggi i migliori manuali per illustratori

Qui ho raccolto i miei preferiti e ti racconto perché per me sono stati preziosi.

La forma o la presentazione

Il tuo portfolio non ha niente che non va. Ma il modo in cui lo presenti fa la differenza.

portfolio illustratore
  • E’ lei, che paura! L’email che arriva vuota in casella (e magari pure senza oggetto). La chiamerei “Il silenzio degli innocenti”. Un allegato misterioso fa capolino laggiù, ma non ci sono due righe di presentazione, una spiegazione, ma che dico! Non c’è nemmeno un “Buongiorno” o un “Grazie”. Sei di fretta e non hai tempo di scrivere? Fatti vivo in un momento più libero. Abbiamo tutti da fare, ma siamo persone, dietro allo schermo.
  • Invii il portfolio e ti lasci prendere la mano; e così l’email racconta la storia della tua vita.
    Lascia parlare il portfolio, dopo una breve presentazione (ho detto breve!). In fondo, il protagonista dovrebbe essere lui!
  • Hai poco tempo e così invii la famigerata email a tappeto. E’ quella scritta uguale per tutti coloro che la riceveranno. Magari anche con i destinatari in chiaro, per fare l’en plein? Ullalà! No, davvero. Non si fa.
  • Ossessione. Inviare il proprio portfolio una volta al mese alla stessa redazione.
    Due o tre volte l’anno può andar bene (e senza Risp. in calce, per carità!) ma non diventare l’incubo di un art director.
  • L’inglese maccheronico.
    Metti via quel traduttore online e nessuno si farà male.
    D’accordo, non devi prendere il tè con la Regina Elisabetta, ma se come una mia ex compagna scrivi “I have bed” per dire che hai letto qualcosa, considera l’idea di un mini corso di inglese prima di tuffarti a pesce nel mercato straniero. Shish!
  • L’enigmista. Chiamo così quell’email che non contiene un allegato ma apre delle finestre per ottenerlo. “Clicca qui! Bene, e ora clicca qui! Ci siamo quasi… Clicca qua! Adesso inserisci la password che ti è stata inviata in un’email separata. Quasi fatto! Somma le ultime tre cifre di questo codice alla data di incoronazione di Carlo Magno e scarica il file.”
    … Saw, sei tu?
Nel dubbio, segui le linee guida

Soprattutto gli editori, a volte richiedono formati particolari, non ricevono allegati in casella e vogliono solo il link al portfolio online; altri ancora accettano solo l’invio cartaceo o del CD.
Vai sul sicuro e leggi sempre le linee guida messe a disposizione sui loro siti.

Vuoi saperne di più? Scopri altri consigli

Partecipa al workshop “Il sogno e il mestiere” con me e Ilaria Urbinati e vieni a conoscere il disegno come professione. Esplora il programma completo, oppure leggi cosa raccontano alcuni illustratori dopo aver partecipato.

Prossima tappa: da definirsi per il 2018

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