Ci possono aiutare a creare nuovi legami e collaborazioni, e anche a farci trovare da chi ci interessa: sono i social, inutilmente demonizzati o eccessivamente esaltati da disegnatori e altri addetti ai lavori. Ecco perché, per avviare o far progredire una professione artistica, è meglio avere un sito e non puntare troppo sui social.
I luoghi del web Vorrei stendere una nota a proposito di dove ci si promuove sui social. Io non voglio distruggere sogni e speranze, ma la verità è che sui Gruppi Facebook si trovano altri disegnatori che la maggior parte delle volte vogliono solo promuoversi. Quando postiamo un contenuto, chiediamoci se in quel posto virtuale c’è davvero qualcuno che può essere interessato. Altrimenti, in quell’ora che spendiamo a postare forsennatamente, potremmo metterci al tavolo da disegno e creare una nuova tavola, altro materiale per crescere artisticamente e professionalmente.
Una preziosa lettura Per approfondire l’approccio ai social e all’auto-promozione, consiglio la lettura di “Semina come un artista” di Austin Kleon.
Non dimentichiamo che sono piattaforme che ci ospitano. Di conseguenza, il modo in cui i contenuti vengono catalogati, visualizzati, promossi e valorizzati, è deciso dalle policy di ogni singolo social, non da noi.
Cambiano gli algoritmi che regolano i feed (e quindi ciò che vediamo e riusciamo a far vedere al pubblico), ma ciò che è peggio è che i social possono sparire perché caduti in disuso e, a quel punto, si perde tutto il seguito che si era venuto a creare. Pensiamo a MySpace, per esempio, o al flop di G+. Esistono, ma sono irrilevanti.
Un po’ meglio Pinterest, che non rovina le immagini caricate.
Instagram è a sua volta piuttosto limitato, perché non possiamo creare album o cartelle ma solo post oppure slide di immagini (una novità implementata di recente).
Anche da questo punto di vista, comunque, Pinterest è più utile (tanto vero che lo utilizzano le agenzie di illustrazione per lo scouting, cioè per trovare nuovi illustratori da rappresentare).
Piattaforme utilissime per la comunicazione e per farsi trovare, ma non per creare un contatto diretto con un potenziale cliente.
Tuttalpiù Facebook, Instagram, Pinterest e altri che probabilmente verranno nel futuro, possono rappresentare un approfondimento utile e contenere immagini che magari nel portfolio “Ufficiale” sul sito non vengono pubblicate: work in progress, dettagli, lavori personali e di ricerca, qualche spunto personale legato alla propria vita oppure al proprio percorso artistico.
Se vi state chiedendo “Ma importa veramente a qualcuno?” la risposta è: SI.
Art director e agenzie leggono perfino i blog e alcune didascalie, motivo per cui i social non sono inutili, ma solo da sfruttare al meglio della loro funzione.
Mentre un sito va aggiornato con nuove immagini per le gallery e rimane “fisso” e immobile, le immagini sui social vengono commentate, condivise, raccolgono like e reazioni.
Bello, ma anche facile perdere il contatto con la realtà: non è detto che le stars di Instagram, Youtube o di Tumblr, seguite da migliaia e migliaia di persone, lavorino davvero come fumettisti o illustratori.
Questo è particolarmente vero per chi si occupa di sole fanart, per cui si crea un seguito di fan e non di potenziali clienti. Nulla di male, però bisogna distinguere le cose.
Su Facebook invece si dà troppa importanza al like. A volte chi si occupa di immagine ne è ossessionato, ma la verità è che i like non costituiscono un’esatta cartina tornasole di quanto lavoreremo/venderemo.
Negli ultimi due anni ho notato un’ossessiva attenzione ai Gruppi Facebook: persone che si iscrivono a 20 gruppi e iniziano a postare a raffica le proprie immagini o i propri profili e siti.
Immaginiamo di trovarci in una grande piazza del mercato dove ci sono solo venditori che urlano dalle proprie bancarelle, ma praticamente nessun acquirente.
Con grazia, semplicità e un piglio molto diretto, l’autore (che ci aveva già ispirati con Ruba come un Artista) ci fa vedere come lanciare quello che facciamo, nel mondo.
Non in modo casuale, distratto o sgradevole; valorizza un approccio autentico, che non ci fa sembrare dei “venditori di pentole porta a porta” e che crea dei contenuti interessanti per la community, belli da vedere, arricchenti.