Ho un ricordo molto nitido di Leo Leone sul letto dei miei genitori.
Lo avevo lasciato lì quando mi avevano chiamata a cena e, con un brividino lungo la schiena, ero corsa in punta di piedi a tavola, ripromettendomi che dopo lo avrei letto tutto dall’inizio alla fine.
Gli avevo lanciato un ultimo sguardo a distanza, prima di spegnere la luce e lasciarmelo alle spalle, sentendomi inseguita e immaginando quei grossi occhi gialli in copertina spalancati nel buio, i denti aguzzi che spuntavano dal sorriso beffardo del gatto protagonista. Per fortuna, abbracciato a me, avevo il mio fidato cane di pelouche, Charlie. Solo con lui potevo stare in presenza del temibile libro.
Ma quella sera non potevo vincere quella sfida. Mi ci volle quasi un anno per riuscire a leggere la storia del gatto Leo (che volete che vi dica, sono sempre stata una fifona). Curiosamente, anche una volta finito il libro, la paura non era svanita. Ma ero contenta così.
Nei miei sogni, Leo era enorme, come un intero palazzo, e aveva davvero una criniera gialla e brillante che agitava causando un forte vento che scuoteva alberi e case. Ho fatto molti sogni spaventosi (ma belli!) in cui lui era il protagonista.
Nemmeno ricordavo che Leo fosse diventato Leone solamente nella sua immaginazione: anche nella mia, lui si era davvero trasformato. La presenza del manifesto non esisteva nei miei ricordi.
Mia madre regalò Leo Leone (e quasi tutti gli altri libri) ad amici di famiglia quando avevo ormai dodici anni e pensavo scioccamente che tutto ciò che riguardava la mia infanzia fosse “robaccia” di cui disfarsi. I video delle Spice Girls mi tenevano troppo occupata.
Eppure, non lo avevo mai dimenticato. La paura che mi aveva regalato, quei pomeriggi in cui correvo a nascondermi dopo aver aperto la pagina in cui il gatto fa l’agguato alle gazzelle, per me erano oro. Volevo quello: volevo condividere quella sensazione di brivido all’infinito. Perché era unica e meravigliosa. Volevo disegnare libri, volevo creare nuovi ricordi per chi sarebbe stato bambino dopo di me.
Buongiorno! Sto cercando due libri che leggevo da piccola. Purtroppo non ricordo i titoli e gli autori. Il primo parla di un bimbo che gattona in tutina celeste. Si addormenta con il suo cane di pezza colorato che nei sogni si anima e insieme arrivano nel paese dei pericoli… ricordo un campo di chiodi, una scatola di fiammiferi che prende fuoco. I colori sono forti e intensi.
Il secondo (forse dovrei avere la foto di me piccola che sfoglio una pagina… devo cercarla) parla di una strega cattiva che ha imprigionato un uccello( un merlo o una gazza) in gabbia e vuole cucinarlo in un pentolone. Le illustrazioni sono bellissime, tenui e pastellate. Grazie a tutti anticipatamente! :)
Ciao Domitilla,
ti auguro tanto di ritrovarli perché so quanto ci si affeziona :)