“Io aspetto”: il filo rosso della vita e dell’attesa

Cosa c’è dietro un libro? Come ormai i più affezionati lettori di RDD sapranno, non c’è niente che mi piaccia di più che curiosare nei dietro le quinte di libri e albi illustrati.
Soprattutto da quando anche io ho cominciato a farne e ho imparato quante “scene cancellate”, modifiche e revisioni cambiano quello che poi è il libro che finisce sugli scaffali.
L’inizio di un progetto libro è qualcosa di molto affascinante, dall’idea al prodotto finale; un po’ come accade per i film (l’ho mai detto che sono appassionata della sezione Trivia e di scene tagliate nel cinema?).

A questo giro, ho intervistato Davide Calì che mi ha raccontato (e mostrato in esclusiva, come vedrete!) molti retroscena di “Io aspetto” (titolo originale “Moi, J’attends”), che quest’anno compie dieci anni e tratta con delicatezza, semplicità ma nessuna banalità il tema del tempo della vita e dell’attesa che l’accompagna. L’albo è illustrato da Serge Bloch che, come racconta Davide nell’intervista, ha scelto di legare le scene fra loro per mezzo di un filo rosso.

Un filo rosso che cresce, si tira, si aggroviglia, che si spezza per sempre…o solo per un po’.

 

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

Crescendo aspettiamo sempre cose diverse e col passare degli anni impariamo ad attendere non solo per noi stessi ma anche per coloro che amiamo: aspettiamo con loro e per loro uscendo un po’ da quell’egocentrismo che ci ha accompagnato durante infanzia ed adolescenza.

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

Come tutti i libri di Davide Calì, anche questo ha più piani di lettura e permette quindi di essere letto con sfumature diverse da bambini e da “grandi”. Davvero consigliatissimo, anche per un bel regalo!

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch Kite Edizioni
Io aspetto“, edito in Italia da Kite Edizioni (56 pp, copertina flessibile)

Ciao Davide, quest’anno “Io aspetto” compie nove anni. Quante cose sono cambiate dal giorno in cui l’hai scritto? Aspetti ancora le stesse cose?

In realtà ne ha già compiuti dieci! Il libro è francese ed è uscito nel 2005. In Italia è uscito un anno dopo. Ma poco importa. In dieci anni sono cambiate tante cose. Quando il libro è uscito, stavo appena cominciando a lavorare in Francia e nessuno mi conosceva. Adesso in Francia sono ormai di casa. Nel frattempo ho cominciato a lavorare anche negli Stati Uniti, in Portogallo, Canada e presto in Inghilterra. Ma tutti hanno cominciato a ricordarsi il mio nome dopo questo libro.

Le cose che aspetto? Sono ancora le stesse. Aspetto ancora di avere un gruppo rock.

Com’è nata l’idea di raccontare il ritmo della vita legandolo in modo così stretto all’attesa?

In principio il libro era solo una lista di cose che si aspettano. Poi, mentre buttavo giù la lista, mi sono reso conto che certe cose le aspettiamo intensamente solo da bambini, altre cominciamo ad aspettarle più tardi. E mettendo in ordine le attese il libro ha preso forma, diventando una storia sul senso della vita.

"Io aspetto" Serge Bloch Davide Calì

Hai scelto tu Serge Bloch come illustratore per “Io aspetto”? Di chi è stata l’iniziativa di portare avanti il libro tramite l’espediente del filo rosso?

Me lo propose Emmanuelle Beulque di Sarbacane. Io all’epoca avevo visto poco del lavoro di Serge, ma quel poco mi piaceva molto. Ci siamo conosciuti solo dopo l’uscita del libro.

In seguito abbiamo continuato a lavorare insieme, ma mai a stretto contatto: Serge quando lavora ama stare per i fatti suoi. L’idea del filo è sua. Mi ha raccontato che gli è venuta in mente mentre cercava quello che in francese si chiama “fil rouge” per unire le situazioni che raccontavo nella storia.

Il formato di “Io aspetto” esce dai canoni soliti in commercio. L’avete pensato prima di proporlo agli editori oppure lo avete discusso con loro?

Il formato è frutto del caso. All’epoca preparavo spesso le maquettes dei miei libri. Difficilmente inviavo un testo senza schizzi. Lo faccio ancora, ma ora lavoro in digitale.

Avevo appena finito la maquette di un libro quadrato, con molte pagine. Rifilando il quadrato mi era avanzato un blocco di fogli allungati. Mi spiaceva sprecarli, così li ho usati per illustrare la maquette di questo libro che aveva pochissimo testo.

Serge ha guardato i miei disegni ma poi ha fatto il suo lavoro, in completa autonomia. Il formato però gli piaceva ed è stato lui a chiedere se potevamo tenerlo. Il formato è senz’altro uno degli elementi responsabili del successo del libro.

Ci sono state molte modifiche o tagli per storia o illustrazioni? Sono sempre curiosa di sapere com’era un progetto libro “alle origini”.

Emmanuelle all’inizio era in dubbio sul tema della morte. Le sembrava rischioso. Così mi chiese di provare una versione senza. Poi, dopo qualche settimana di riflessione mi scrisse per dire che avrebbero tenuto l’originale. L’altra in effetti non l’ho nemmeno conservata e non ho il minimo ricordo di come fosse. Qualche poi modifica c’è stata perché Serge ha eliminato alcune pagine che non avrebbero funzionato con il filo rosso, e ha aggiunto la scena del carro funebre che io non avevo previsto."Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

Ti mando qualche pagina estratta dallo storyboard originale.
E’ la prima volta che lo pubblico, quindi hai una vera esclusiva! (ne sono molto onorata! ndr) Come vedrai, in principio il personaggio maschile e femminile si alternavano. Ho poi ripreso questo meccanismo in un libro successivo, Teindres bêtises à faire quand on est amoureux.

Lo storyboard originale:

La proposta iniziale della cover di "Io aspetto"

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch

Mi colpisce come il mondo dell’infanzia diventi “Il mondo dei grandi” in poche pagine, raccontato in modo semplice ma mai banale.
Qualcuno ti ha mai chiesto se non ti fossi posto il problema di come i bambini potessero capire (o non capire) le attese dei grandi raccontate in questo libro?

Direi di no. Non mi pongo mai troppo il problema di come i bambini accoglieranno le mie storie. Girando per saloni incontro anche molte classi e negli anni ho imparato che se da un lato i bambini sono molto conservatori, dall’altro sono anche molto aperti alle cose nuove, ai cambiamenti, a ciò che li fa pensare.

Noi adulti siamo l’opposto. Pensiamo sempre di essere molto aperti, ma non appena nella nostra routine interviene qualcosa di diverso, ci sentiamo destabilizzati.

"Io aspetto" Davide Calì Serge Bloch Kite Edizioni
 “Io aspetto” | Kite Edizioni | 56 pagine, copertina flessibile | Circa 12 euro

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