Le ironiche vignette di Sir Edward Burne-Jones

Siamo abituati a pensare all’Arte Preraffaellita nelle sue atmosfere grandiose e sublimi, alle sue tematiche spesso inerenti miti ed una Storia lontana.

Ma cosa succede quando un artista dell’epoca, benvoluto e stimato dal pubblico, decide di prendersi meno sul serio?
Sir Edward Burne-Jones (1833-1898) era un uomo assai amichevole; amava intrattenere lunghe e durature corrispondenze e non si limitava a scrivere, ma aggiungeva spesso e volentieri delle vere e proprie vignette alle sue lettere.
Nel tempo molte di queste sono state notate dagli storici e sono divenute famose.

Lettere a Violet Maxse

David Brass, uno dei più celebri collezionisti di libri rari di tutta la Gran Bretagna, ha un album che raccoglie quasi l’intera corrispondenza fra il pittore ed una sua amica, Violet Maxse. A questa serie di lettere appartengono molte delle vignette raffiguranti donne rotondette, buffe ma comunque non senza una certa eleganza. Con uno spiccato senso dell’ironia, il pittore le aveva soprannominante “Prominent Women“. Un doppio senso, questo: donne notevoli, sporgenti, ma anche “illustri/di spicco”.

Sembra che il pittore amasse particolarmente dipingere le masse grasse sul corpo umano, ma la moglie lo rimproverasse spesso per questa sua tendenza ad ironizzare sugli atteggiamenti di queste figure e per la frequenza, secondo lei eccessiva, con cui le inseriva nelle lettere.

Sir Edward Burne-Jones vignette

Sir Edward Burne-Jones vignette Sir Edward Burne-Jones vignette

Un’appassionata amicizia

La fitta corrispondenza (quasi quotidiana) fra Edward Burne-Jones e May Gaskell è però quella divenuta più celebre: si tratta di un archivio di più di duecento lettere ricche di racconti, quotidianità, pettegolezzi, affetto e,  naturalmente, di vignette e disegni. Negli anni gli storici hanno ipotizzato, analizzando i contenuti di queste missive, che il pittore e la signora Gaskell intrattenessero un rapporto platonico.

Sir Edward Burne-Jones vignette
Fonte: http://www.blouinartinfo.com/
Sir Edward Burne-Jones vignette
Fonte: http://www.davidbrassrarebooks.com/

In queste lettere Burne-Jones racconta le sue giornate, inserisce ritratti di sé stesso con l’influenza o dopo una faticosa camminata a vuoto. Disegni e didascalie (che funzionano quasi come fumetti) sono a volte riccamente disegnati, altre abbozzati con immediatezza.

In questi giorni l’Ashmolean Museum di Oxford ha rilasciato un comunicato stampa carico di orgoglio: questa serie di lettere è stata acquisita proprio dal museo e sarà in mostra fino al 31 agosto 2015. Prossimamente molte di queste lettere saranno disponibili per la consultazione online.

Luci ed ombre, sulla tela come nella vita

Tra l’artista e la famiglia Gaskell i rapporti erano stretti; secondo alcuni fin troppo. Burne-Jones nutriva un affetto paterno per le due figlie di May, Amy e Daphne, a cui dedicò più di un ritratto così come aveva fatto per la madre e con cui intrattenne a sua volta un affettuoso scambio di lettere.

Schizzo preparatorio e quadro definitivo del ritratto di Amy Gaskell a 19 anni

Colpisce particolarmente la cupezza del carattere di Amy da adolescente, che Burne-Jones ha saputo catturare e che, alla luce del suo presunto suicidio in giovane età, ha fatto parlare diversi storici dell’Arte ed alcuni cronisti dell’epoca.
Alla piccola Daphne invece, il pittore dedicò un ritratto a pastelli e delle lettere illustrate da animaletti e piante; erano inoltre scritte in alfabeto fonetico, una scelta piuttosto bizzarra, com’era nella natura eccentrica del pittore.

Ritratto della piccola Daphne Gaskell

Mi affascina la profonda differenza di atmosfera tra i quadri di Sir Edward Burne-Jones e le sue illustrazioni. Qui trovate una ricca galleria dei suoi quadri.
In ogni artista ed artigiano probabilmente convivono più nature. E perché non accontentarle allo stesso modo?

Per chi volesse saperne di più della particolare e aggrovigliata amicizia fra Burne-Jones, May Gaskell e le sue figlie, segnalo questo libro (qui in ebook) che ho io stessa comprato in questi giorni e non vedo l’ora di ricevere. E’ stato scritto dalla giornalista Josceline Dimbleby che ha avuto accesso agli intricati archivi delle lettere fra l’autore e questa famiglia di donne così diverse una dall’altra.

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