Tanti colori, tante parole stampate, tante persone, tanta ispirazione ieri mattina all’inaugurazione del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Con le mie amiche e colleghe Ilaria, Sara, Katya e Stefania si decide nelle scorse settimane di vivere questa esperienza come una vera e propria gita scolastica. Alcune di noi, fra cui io, arrivano al Salone equipaggiate di scarpe da walking e zainetto.
Quasi tutte fatichiamo ad ammettere che il Salone è un modo nemmeno troppo nascosto di rivivere la Fiera del Libro di Bologna che si è conclusa lo scorso primo aprile; e chissà che questa non diventi un’abitudine, nel tempo.
In effetti noi illustratori, o almeno la maggior parte di noi, lavora per lo più a casa e quindi ritrovarsi con chi condivide gli stessi interessi e lo stesso mestiere è davvero balsamico in certi momenti.
Il Salone del Libro di Torino è diverso dall’evento-Bologna.
Il fermento c’è, ma è più composto e riservato.
E’ un paradosso, se si pensa che a differenza della Fiera di Bologna, qui è ammessa (anzi incoraggiata!) la partecipazione da parte delle scolaresche accompagnate dagli insegnanti.
Che arrivano numerose e vocianti, tanto che decido di lasciare perdere l’uso dell’accredito e di pagare biglietto pieno per evitare la fila infinita creata proprio da loro.
L’attesa all’ingresso viene comunque interrotta dall’arrivo del Presidente Mattarella; dopo che Ilaria mette in dubbio la sua natura di VIP, finalmente ci adentriamo nel Salone.
Mi è chiaro da subito che nonostante gli ingressi siano aperti da non più di un’ora, si è già creata una vera ressa; i visitatori sono già intenti ad esplorare, curiosare, leggere, vagare, soppesare, domandare, acquistare. E’ un ronzio placido e meno schiacciante di quello della kermesse bolognese e lo apprezzo moltissimo. Buttarsi nella mischia mi riesce più spontaneo, si passeggia tranquilli lasciandosi trasportare dai lunghi corridoi rossi e ben illuminati, dal movimento della folla di lettori e curiosi, di editori, agenti, autori, hostess (si riconoscono subito dal supplizio del tacco 12 che solo loro sono costrette a vivere).
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Ilaria Urbinati allo stand Edizioni Compagine, posa con il suo “Vintagismi” in primo piano |
L’ispirazione tocca a tutte noi le spalle ad ogni angolo: libri di ogni tipo, albi illustrati, stand di scolastica di alta qualità, ma anche solo bellissime copertine di romanzi. Rimango molto fiera di me per essere riuscita a rimanere nel budget che avevo preventivato per la giornata. Per me essere immersa da tanti libri e riuscire a non acquistarne fino ad esaurire il Bancomat è una vera prova di vita.
Come sempre, il bell’evento lo fa anche la compagnia: ci scambiamo consigli, pareri, aggiornamenti sui progressi lavorativi ed è sempre molto motivante.
Col tempo ho imparato che ognuno ha il proprio percorso; raccontarselo uno con l’altro è arricchente e istruttivo se non si cade nella trappola del sentire il peso del confronto.
In questo ultimo anno sto lavorando molto sul memorizzare questo concetto e quando riesco a rimanere immersa nel giusto stato d’animo, allora sì che i consigli e le esperienze dei colleghi diventano uno spunto per andare avanti e migliorarsi e non qualcosa di annichilente e scoraggiante.
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Ilaria e la cartina dei Tre Porcellini disegnata da lei, era bello immortalarla in tutta la sua soddisfazione. Proud mama! |
Le cose che più mi sono rimaste impresse in queste sei ore di Salone:
- Autori e illustratori famosissimi che si aggirano, nel più pieno anonimato (a differenza di come accade a Bologna, molto spesso) fra gli stand, curiosando come qualunque altro visitatore. E che ignoro per lasciarli in quella situazione di pace e agio.
- Pochissime sedie e ancor più rari cestini. Il che si traduce nel camminare per minimo tre ore consecutive tenendo con sè cartoccini, tovaglioli e panini a metà. Siete avvisati.
- Così tanti libri belli da comprare che non mi basterebbero dieci vite per avere i soldi necessari e il tempo per leggerli tutti.
- Cartoline illustrate in ogni dove, tutte da collezionare.
- Cataloghi stupendi con cui riempire uno zaino già allo stremo della sua contenitività.
- Colori vivacissimi: da un salone del libro non me lo aspettavo.
- Lettori, bambini e adulti, che si rifugiano sulle panchine e sulle sedie, anche in angoli inattesi, in compagnia di un libro. Persone che hanno acquistato un libro e non riescono nemmeno ad aspettare di arrivare a casa per immergersi in una nuova storia. Non è meraviglioso?
Il Salone Internazionale del Libro di Torino è visitabile fino al 18 maggio. Se siete nei paraggi, fategli visita, che siate lettori, disegnatori, autori, narratori, affabulati dalla parola stampata, quello è il posto giusto per esplorazione e perché no, per l’acquisto di bellissimi prodotti editoriali.