Breve guida semplificata ai formati file digitali – Parte 2

Eccoci alla seconda parte della nostra guida sempilficata al salvataggio del disegno digitale.

Riprendendo il post precedente, ci sono formati per il web e formati per la stampa. Poi, ci possono essere richieste particolari che saremo tenuti a rispettare e presentano delle configurazioni che potremmo definire intermedie fra il web e la stampa.

FORMATI PER IL WEB
Nascono per i monitor e quindi per rimanere digitali. Anche se è vero che con le più moderne connessioni ADSL e la fibra ottica la visualizzazione di immagini su web è molto più rapida che un tempo lontano quando caricavano per infiniti minuti col giurassico 56k, un’immagine studiata per il web sarà più leggera e verrà semplificata a livello di dati perché venga caricata più velocemente possibile. Oggi JPEG, PNG e GIF caricano praticamente in modo istantaneo.


JPEG (o JPG)
Questo formato è quello compresso più conosciuto. La compressione dell’immagine BITMAP permette un minore peso, ma una perdita di dati che può però essere regolata. Più il file è compresso, maggiore è la perdita dati; viceversa, meno è compresso (e più pesa, di conseguenza) minore è la perdita di dati e più alta la qualità dell’immagine.
Salvando un’immagine in JPG all’interno di Photoshop potremo selezionare il grado di compressione dalla finestra che otterremo dopo aver selezionato “File — Salva per il web”.
Nel menu a tendina “Qualità” si può selezionare da “Bassa” a “Massima” dove la qualità bassa determina una compressione alta ed una resa immagine bassissima e quella massima applica una compressione minima e una qualità che spesso ad occhio nudo non sembra creare differenze col file originale (ma come vedremo, non è comunque consigliabile per la stampa).

La differenza nella qualità immagine con qualità bassa e massima

Qualcuno potrebbe chiedersi perché si dovrebbe salvare a risoluzione bassa (con una qualità mediocre dell’immagine): qualche motivo valido c’è, come per esempio la necessità di creare una preview per una composizione che rimane comprensibile con un peso dell’immagine irrisorio.
Nel caso invece stessimo inviando dei JPG per approvazione ad un cliente, la qualità dovrà essere massima: mandare un paciugo di pixel come nell’immagine in alto a sinistra è inutile ed è una pessima figura! Come vedremo tra poco, anche se un JPEG presenta una compressione minima ed una qualità massima, non è comunque un file per la stampa. Quindi state sereni nell’inviare un file per web di alta qualità (e per carità: niente prove con watermark apposto sull’immagine! Esistono poche cose meno professionali al mondo.)

Il menu in cui selezionare la qualità e la compressione

Importante da ricordare, è un messaggio di errore che a volte allarma i miei allievi: Photoshop dà una finestra per allertare che si sta salvando un file di dimensioni troppo grandi. Le dimensioni si riferiscono al numero di pixel dell’elaborato. Fotografie e disegni sul web infatti non necessitano di essere smisurati; per questo il software ci chiede se stiamo davvero salvando per il web e ci incoraggia a diminuire le dimensioni prima di salvare un disegno che non deve essere stampato. Quando ottenete quella finestra (che non è di errore, bensì di avvertimento) vi conviene ridurre e ripetere l’operazione di salvataggio per il web.

GIF
Al secondo posto nella scala di fama dei file web compressi, troviamo il GIF.
“Le gif animate” sono ormai qualcosa di molto famoso. Non tutti sanno però, che non tutti i file GIF nascono necessariamente per creare blande animazioni in frame.
A volte ci possono semplicemente servire per avere un file leggerissimo, soprattutto se la quantità di colori esigua che possiamo sfruttare non costituisce un problema.
A differenza del JPG, il formato GIF supporta la trasparenza; questo significa che se vogliamo creare elementi vuoti o sfondi “annullati” in un disegno, possiamo farlo senza problemi.
Il GIF non supporta i canali alfa e come accennavo, ci dà la possibilità di usare pochissimi colori rispetto a quelli che abbiamo disponibili anche solo con il JPEG: il numero massimo di colori, sfumature comprese, è di 256. E anche se sembrano molti vi garantisco che non è così.
Salvando in formato GIF all’interno di Photoshop, possiamo selezionare il numero di colori e il grado di compressione della nostra immagine, dal menu “File — Salva per il web” e controllando i comandi forniti dalla finestra che si aprirà.

Solitamente le immagini salvate in formato GIF sono di piccole dimensioni.
Questo formato non è indicato per le immagini che costituiscono il nostro portfolio sul web, a meno che non stiamo creando una tavola animata GIF per sito o portfolio stesso. Come vedete nell’immagine poco sopra, i colori sono drasticamente ridotti: non scegliete questo formato neppure per spedire partecipazioni a concorsi o per creare preview su blog, sito e social.


PNG
Nato come alternativa al formato GIF, anche il PNG consente la trasparenza di elementi o di sfondi.
Garantisce inoltre una più ampia gamma di colori (supporta immagini 24 bit) e costituisce un formato compresso senza perdita di dati per la visualizzazione su web.
Attenzione però: nonostante negli anni i browser sono stati migliorati per la sua visualizzazione, sappiate che alcuni ancora non visualizzano il PNG e se caricate un’immagine in questo formato non avrete la garanzia che sia visibile da chiunque.
Ad oggi è possibile tenersi informati sugli sviluppi del PNG nei browser in siti come questo.

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