Devo dire che non mi sono accorta granché della presenza dell’estate quest’anno; qui a Milano è rimasta piuttosto piovosa e qualche giorno perfino buia.
Perciò, quando sono tornata dal Somerset qualche giorno fa non ho sentito una grande differenza nell’atmosfera.
Ma una cosa mi dice che è autunno: il fermento nell’aria, le strade che si ripopolano e i negozi che brulicano di vita. A Milano, vista la sua anima commerciale, i negozi sono un indicatore fedelissimo per capire se si è in vacanza o meno.
Ho detto fermento, vero?
E il fermento è proprio quello che fa di settembre il vero inizio dell’anno lavorativo e creativo per me.
Qualche giorno fa passeggiavo pigramente per la Market St. Jew Street di Penzance, la via dove si concentrano quasi tutti i negozi della cittadina e una vetrina in particolare ha attirato la mia attenzione: quella di uno shop dove si vende esclusivamente materiale per scuola e ufficio. A richiamare la maggior parte degli sguardi compreso il mio era un’enorme confezione di Faber Castell a tre piani, di legno. Era una vera gioia per gli occhi.
Sono rimasta imbambolata per un paio di minuti a fissarla, immaginando di entrare e di comprarla e di doverla poi incastrare in qualche maniera in valigia, già piena di altri acquisti e di vestiti che ho finito con il non usare, vista l’inaspettata clemenza del tempo britannico.
Poi mi sono chiesta: ma quanto tempo è che non disegno o coloro con le matite? Ci ho pensato seriamente, non essendo io un’acquirente compulsiva (anzi diciamo pure che sono moderatamente taccagna) e mi sono domandata come mai ogni volta che vedo delle matite colorate ne sono così attratta e penso regolarmente di comprarmene.
Allora ho buttato uno sguardo più attento al resto della vetrina e ho notato gli astucci, i quaderni, i block notes, i post-it a forma di casetta, le calcolatrici e le tote bag.
E ho notato che mi facevano lo stesso effetto: un impulso ad entrare ed acquistare. E così ho fatto, sono entrata e ho scelto un astuccio di Caroline Gardner che, ho scoperto poi, ha inaugurato da poco una linea molto bella di stationery con linee particolari e molto positive. Sul mio astuccio tuona uno squillante “It’s going to be a bright sunshiny day” e mi sembrava il modo giusto di inaugurare una piccola nuova fase della mia vita.
Infatti poco prima di partire ho rifatto quasi interamente la zona studio in casa e ho poi deciso di lavorare fuori con una formula di coworking, nel centro della città. Non facile per una pantofolaia come me, e già in passato quando ho iniziato l’università mi ero coccolata comprandomi articoli di cartoleria, ci ho riflettuto solo mentre tornavo passeggiando sul lungomare, girando e rigirandomi l’astuccio in mano.
Mi sono seduta su una panchina davanti all’Atlantico, a crogiolarmi in quella sensazione di aspettativa e di speranza che quell’astuccio mi infondeva.
In fondo, ho pensato, tutti gli articoli di cartoleria fin da quando inizi la prima elementare ti trasmettono quel non so che di nuovo inizio, di buoni propositi, di speranza e di volontà di fare sempre meglio.
Ma anche una sorta di mezzo per fare spazio al nuovo cancellando il vecchio: chi non ha sentito un’ondata di motivazione tutta nuova davanti ad un quadernone appena comprato o ad un nuovo set di evidenziatori? Un po’ come se stesse lasciandosi alle spalle gli avvenimenti (magari non rosei) dell’anno passato, per ricominciare con un vero e proprio “fresh start”. Si riparte da capo e cosa c’è di meglio che sfogliare un taccuino intonso, con le sue pagine candide e piene di promesse?
O da un astuccio, dove le armi della nostra espressione saranno contenute, qualcuna leggendaria e di vecchia data, come il mio lapis che conservo dalla fine delle superiori.
Lo stesso accade per un disegnatore; un nuovo album o un nuovo sketchbook contengono la promessa e l’attesa di un buon disegno e delle conseguenti soddisfazioni personali o professionali.
Ecco perché quando stimo moltissimo un disegnatore e amico mi piace regalargli un albo schizzi magari di carta particolare.
Per me è un regalo carico di promesse e buone speranze.
E per lo stesso motivo compro blocchi schizzi e album anche quando non ho finito quelli che ho: mi piace pensare che mi sto dando un’altra possibilità, che non ho comprato della carta ma una piccola scommessa su me stessa e sulle mie capacità.
Ed ecco perché quelle matite avevano come prima cosa attirato la mia attenzione: la mente gioca con le associazioni e l’attrazione verso delle matite mi dice un po’ “Vai a disegnare e divertiti”. Perché quando disegnavo e coloravo con le matite non avevo nessuna aspettativa professionale sui miei disegni: lo facevo solo perché mi perdevo nel processo del disegno e non pensavo tanto a come sarebbe terminata quella sessione di attività creativa. Mi godevo il viaggio e l’unica finalità era divertirmi con quelle matite; perfino pensare al suono che fanno quando vengono temperate mi provoca un accenno di sorriso.
Così, tornata a casa, ho scelto con cura quello che avrei dovuto mettere nell’astuccio nuovo che mi promette giornate brillanti e luminose, e ho tirato fuori le mie vecchie matite colorate, tenute religiosamente (come tutto il resto dei miei oggetti: sono una conservatrice scrupolosissima) e quindi perfette. Le userò per gli schizzi, se non posso usarle per le tavole definitive.
Non perché cambiano qualitativamente lo sketch ma perché mi riportano a quella dimensione ludica che vivevo quando ancora le usavo. Bisogna aiutarsi in tutti i modi, soprattutto quando come me si è meteoropatici e l’inverno porta con sé delle giornate buie e pessimistiche.
A proposito, di solito verso ottobre scelgo anche l’agendina per l’anno che viene ed il calendario da scrivania. Se posso dare un consiglio, cercate di viziarvi con questo genere di articoli.
Se vi piacciono l’Arte, il disegno, le Arti Visive in genere, non credo che sarete molto soddisfatti dell’agendina omaggio della rivista o del calendario dell’agenzia di assicurazioni.
Trovatene una che abbellisca gli impegni e le scadenze della vita. In fondo, gli oggetti di questo tipo li abbiamo attorno tutto il giorno ed è bello trattarsi bene e averne di colorati ed accattivanti.
Ci sono cose che non si possono comprare: per tutto il resto ci sono i negozi di cartoleria e di Belle Arti.
Mentre metto da parte il materiale per il mio post sul mio viaggio in Gran Bretagna (che vi avverto sarà una lunga lettura), non mi resta che augurarvi un buon autunno ed un buon inizio dell’anno creativo e pieno di avvenimenti entusiasmanti e proficui.
E di progetti che vanno in porto!
Vi ricordo che Roba da Disegnatori Associazione Culturale ha aperto le iscrizioni per i corsi di settembre, ottobre e novembre. Li trovate sul sito www.robadadisegnatori.it
Molto presto aggiorneremo il calendario con i corsi invernali.
Anche io non sono compulsivo negli acquisti, ma quando vedo in vetrina materiale per colorare o disegnare lo divento! Ho iniziato ad acquistare materiale anche su Amazon e ora il mio grosso problema è la sezione: "ti potrebbe interessare anche… " '-.-
"un nuovo album o un nuovo sketchbook contengono la promessa e l'attesa di un buon disegno e delle conseguenti soddisfazioni personali o professionali." molto vero, grazie!