Dieci anni più tardi, quando questa domanda era divenuta davvero un tema scottante, l’allora sedicenne Elissa Jane Karg scriveva e illustrava “How to be a Noncoformist” (“Come essere un anticonformista”) e possiamo dire che nel 2013 la sua opera resta una lettura più attuale che mai.
Fa ancora sorridere e riflettere.
Cos’è in fondo l’anticonformismo?
Pensare diversamente? Agire diversamente? Vestire diversamente?
E non è forse l’anticonformismo una tematica legata a doppio filo con la creatività e l’essere “artista”?
Mi sono trovata a riflettere su quanto certi comportamenti “da artista” o anche solo più genericamente “da creativo” possano essere veri o studiati quasi a tavolino.
Esempi:
Il creativo porta un paio di occhiali color arancio o verde acido o molto rettangolari o rotondi.
Il creativo porta cravatte inguardabili per la maggior parte della popolazione oppure il farfallino.
Il creativo mangia macrobiotico/vegetariano/vegano/solo cucina etnica.
Il creativo deve avere i capelli tinti.
Il creativo porta lo smalto anche quando è uomo.
Il creativo è più intelligente della media, per questo ha comportamenti strani e sta agli altri capire le sue paturnie.
Queste sono solo alcune delle sciocchezze-cardine che mi trovo a sentire/leggere un po’ dappertutto.
Anche se è vero che i cliché si basano su standard realmente presenti, questi cadono troppo spesso in un’etichettatura, che ovviamente sminuisce la persona e svilisce qualunque concetto di creatività.
Ma visto che questo post non nasce per scrivere le mie riflessioni su persone dubbie che utilizzano la loro “creatività” per sembrare speciali a ogni costo al resto del mondo, preferisco riportarvi le scansionil libro di Elissa Jane Karg, che ho trovato su questo articolo.
Purtroppo, attualmente, il libro è pressoché introvabile e soprattutto è fuori produzione (non potrebbero valutare almeno una riedizione, mi chiedo?)
Vi lascio alle scansioni del libriccino, a tutta la sua dissacrante attualità; sono sicura che a distanza di quasi mezzo secolo sorriderete, come me, pensando a quanto potrebbe essere stato scritto e illustrato la scorsa settimana. L’ho tradotto nelle didascalie per chi non mastica l’inglese.
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“Come essere un anticonformista” di Elissa Jane Karg |
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“Segui questi step e potrai essere un vero anticonformista…” |
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“I ragazzi anticonformisti portano i capelli lunghi e le ragazze anticonformiste li portano corti. Le frange sono così lunghe che la probabilità che abbiano gli occhi è discutibile.” |
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“Una ragazza comunque, non sarà condannata per i capelli lunghi. Certe persone devono essere diverse.” |
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“Gli anticonformisti portano orecchini. (I ragazzi non più di uno.) |
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“Uno pseudo anticonformista può essere facilmente riconosciuto dagli orecchini senza buco. |
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“Evitate i calzini. Sono il tradimento fatale dell’anticonformista fasullo.” |
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“Status è possedere una vecchia MG, ma se non ne possedete una è figo a nche lamentarsi amaramente della mancanza di finanze.” |
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“Gli anticonformisti sono cinici e curiosamente/regolarmente negativi.” |
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“Gli anticonformisti sorridono solo sarcasticamente e sardonicamente.” |
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“Il sommo obbiettivo di un anticonformista autentico è essere socialmente inaccettabile.” |
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“Gli anticonformisti provano un particolare orgoglio nel cantare canzoni tetre che nessuno capisce… inclusi loro stessi.” |
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“Gli anticonformisti collezionano zuppe in lattina di Campbell come oggetti d’Arte” (Campbell’s è un marchio famoso in USA per prodotti in scatola) |
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“Gli anticonformisti protestano… per tutto.” |
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“Esibire i tuoi quadri alla mostra del paese è prestigioso. E’ ancora pi di prestigio se non ne vendi nessuno perché nessuno li capisce.” |
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“Tutti gli anticonformisti si considerano artisti. Il realismo è assolutamente out. Più è astratto un quadro meglio è.” |
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“Gli spiccioli sono particolarmente efficienti se nessuno ti assumerà perché hai i capelli troppo lunghi.” |
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“L’uniforme di un ragazzo anticonformista consiste in pantaloni stretti, una camicia floreale e giacca, e qualunque cravatta che stoni.” |
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“Ed ecco fatto. Seguite questi step e potrete essere dei veri anticonformisti…” |
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“Come chiunque altro.” |
Quanto sono d'accordo con questo post e ovviamente anche con le immagini.
Alla fine sembra che l'anticonformismo sia diventata una nuova forma di conformismo.
A volte qualcuno che mi vede e vede come sono vestita pensa che io sia seriosa.
Poi ci sono le persone che mi sentono parlare, sentono quello che dicono e mi dicono: "Ok, tu non sei normale."
Una mia amica mi ha detto che io sarei anormale in qualsiasi parte io vada.
Però non lo faccio apposta, non è che agisco in questa maniera proprio per essere diversa dagli altri.
Agisco così perché così sono io
Quando ero piccola, il mio modo di essere è stato fatto molto pesare e io me ne vergognavo.
Poi crescendo, ho capito che non c'è nulla di cui vergognarsi e che la mia diversità è la mia ricchezza.
Per questo mi piacciono le persone genuinamente strane, diverse perché ognuno di noi ha una sua particolarità, un suo modo particolare di essere.
Alla fine io sono io e così come sono penso, agisco…
Sono una persona assolutamente imperfetta e lo riconosco.
Un bacione.
bellissimo!!!e la cravatta che stona è il perfetto doppio della montatura colorata e inoltre i pantaloni stretti e le canzoni tetre sono tornati come 2 punti fissi di cui non poter fare a meno..!! ^..^
Io ho sempre pensato che bisogna diffidare sia dalle persone "conformiste" che da quelle "anticonformiste", perché volontariamente si vanno ad ingabbiare in stereotipi, si "massificano" spontaneamente… ed è una cosa tristissima.
Detesto il fatto che qualsiasi cosa io faccia, ci sarà sempre qualcuno a dirmi che faccio così perché voglio "fare come gli altri" o perché voglio "fare l'alternativa".
Esempi:
se provo a dire che, secondo me, alcuni artisti contemporanei pensano unicamente a fare soldi iniziano con "ah ma tu non capisci nulla, confondi l'arte con la tecnica, sei antica e conformista blablabla" [quando invece basterebbe dialogare un pochettino per capire che non è affatto così e che mi piacciono ad esempio anche astrattisti o altra roba non prettamente leonardodavinciosa].
Se provo a dire che odio certe feste come natale o carnevale, o anche il semplice fatto del non esser cattolica, iniziano con "aaah ma tu lo fai solo perché devi fare l'alternativa, non può non piacerti, fai finta per sembrare figa e particolare" [quando invece altre feste come pasqua o il giorno dei morti mi piacciono].
Non posso manco permettermi il lusso di dire che odio andare a mare e che l'ultima volta che ci sono stata avevo 12 anni [mentre si sta parlando di vacanze] che mi trattano come se volessi farmi notare, boh. Però poi se dico che trovo i dilatatori esteticamente osceni, sono "quella che non ne capisce niente, antiquata".
Insomma, l'uomo ha il bisogno di incasellare tutti in categorie a tutti i costi, senza rendersi conto che l'umanità "sana" è variegata. Poi ci sono e ci saranno sempre persone a cui fa piacere sentirsi parte di un gruppo in cui tutti fanno le stesse cose, ma normalmente, idealmente, dovrebbero essere la minoranza.
L'argomento conformismo/anticonformismo, scusate, lo trovo una vaccata. Ne ho parlato (con toni un pò diversi) nel mio blog.
http://nordlyspaamars.blogspot.it/2013/07/thats-why-im-not-artist.html
Non m'interessa la lettura del mio intero blog (anche perchè i disegni sono obsoleti, dato che sono migliorata da allora), ma se vi va di passare, gradirei un commento a questo post (senza disegni)
Tutto in inglese,vedo :)
lo leggo volentieri appena posso, è bello sostanzioso.
Grazie!
bel post, bel blog. Di sicuro ha un suo stile e non il solito.