L’effetto farfalla

Ci sono poche cose che cambiano radicalmente la vita: per questo ce le ricordiamo molto bene nel contorno di fatti, volti e pensieri in cui galleggiamo la maggior parte del tempo senza rendercene troppo conto.

L’effetto farfalla consiste nella partenza da un dettaglio insignificante che si propaga ed ingrandisce altrove, quindi non stupitevi se inizio da un principio apparentemente di poco conto.
Perché ciò che appare insignificante, potrebbe cambiare l’intero corso degli eventi.

Penzance, 23 aprile 2009

23 APRILE 2009

Decisi di fare l’illustratrice. Me lo ricordo bene perché era il giorno del mio venticinquesimo compleanno. La mia vita era sospesa tra un hobby trascurato e degli studi che anche se fruttuosi non mi appassionavano che tiepidamente.

Ora mi sembra impossibile, ma non disegnavo da anni, tanto che non pasticciavo nemmeno sul tovagliolo al ristorante. Cosa facevo? Non lo so. Strano sì, ma non mi ricordo. So solo che ero bloccata, come anestetizzata a livello emotivo.
Ribollivo di una voglia di esprimermi che non trovava sbocco in nulla di concreto.

LA MUSICA, UN'ENERGIA POTENTISSIMA

In quel periodo soffrivo di un’insonnia intrattabile. Così, durante una delle tante notti in bianco, iniziai ad ascoltare un CD che mi aveva passato la mia amica Martina, più per noia che per curiosità.
Intanto vagavo online , finché non mi resi conto che delle tracce mi stavano lentamente risucchiando da quello che stavo facendo. Mano a mano cadevo uno stato di coscienza leggermente alterato, fino a che mi resi conto che non stavo più navigando né leggendo alcunché.
Stavo semplicemente lì, seduta, con le cuffie ad ascoltare quella musica. Ero talmente rapita che respiravo appena.

Mi sentivo come se qualcuno mi avesse messo in mano una chiave e mi avesse bisbigliato “Cerca la porta che apre.
Non saprei spiegarlo meglio.

Cercai altro materiale su questo musicista e non esagero quando dico che nel giro di un mese mi trovavo all’interno di un negozio di Belle Arti, con un’esigenza quasi animalesca di disegnare.
I suoi testi e le sue sonorità avevano risvegliato in me la creatività da anni sopita. Era come se fossi nuovamente al mondo.

Un album di questo artista, in particolare, mi aveva colpita (non saprei dire se più nelle sonorità o nei testi) ed era incentrato sulla scoperta dei suoi limiti e del suo immaginario durante un viaggio nel sud della Gran Bretagna, una terra che mi aveva sempre attratta fin da bambina, ma fino ad allora non avevo mai visitato. L’avevo solo sognata e idealizzata, come fanno in molti. Ma sentivo il bisogno di conoscerla davvero.

Strutturai un lungo itinerario per un viaggio a tappe di un mese, in parte in solitaria e in parte con una mia amica (ci dividevamo e ci ritrovavamo in giro per il Regno Unito).

Non avevo mai fatto niente di simile, e non comprendevo fino in fondo cosa significasse. Mi sembrava una bella avventura, ma non speravo niente di più. Non avevo grandi aspettative, volevo solo un viaggio.

SOGNARE FA PAURA

Avevo sognato da sempre di disegnare e farne il mio lavoro, fino dai giorni in cui sfogliando da piccola gli albi in biblioteca mi mettevo a ricostruire le storie come le volevo io, ma sognare ad occhi aperti è una cosa, prendere in mano la propria vita e decidere di concretizzare un’idea è tutta un’altra faccenda. E’ un azzardo, un salto nel vuoto.

Fa paura. Una paura folle.
E se non ce la faccio? E se invece ce la faccio? Ancora più spaventoso.

VIAGGIO: IL VERO CAMBIAMENTO

Per la prima volta viaggiavo da sola e conoscevo i miei limiti ma anche e soprattutto le mie potenzialità. Scoprivo di non aver bisogno di qualcuno in ogni momento e di sapermela cavare benissimo da sola.
Questo alimentò molto la fiducia in me stessa e nelle mie risorse.

Land’s End, 25 aprile 2009

Scoprivo una natura indipendente, più di quanto me la fossi immaginata fino a quel momento, e il coraggio di arrangiarmi giorno per giorno in un Paese che non era neppure il mio, conoscendo ogni sera persone diverse da ogni parte del mondo e scoprendo che tutti siamo diversi e uguali.

L’avevo sentito dire spesso ma viverlo sulla propria pelle è tutta un’altra cosa.

Quando si viaggia con qualcuno non si ha tempo di vivere i propri stati emotivi fino in fondo; la conversazione spesso a tratti “obbligata” non dà modo di pensare ed elaborare, ci si sente quasi costretti ad intrattenere il compagno di viaggio. Sono pochissime le persone con cui si può rimanere in silenzio senza che nessuno si offenda e si creino tensioni. Ho imparato che sono le più preziose in assoluto.

UN AMICO SPECIALE

Il mio interlocutore durante quel mese fu un diario che scrissi e disegnai ad acquarello.  Ogni mattina scrivevo e disegnavo del giorno prima.

Stare da sola e conoscermi come se fossi una persona nuova, quasi sconosciuta, fu bellissimo.
A posteriori posso dirvi che conoscersi, per disegnare, è della massima importanza, una vera priorità.

La dimensione della solitudine e dell’autocoscienza diventano fondamentali per elaborare la propria visione delle cose, per capirsi e, di conseguenza, farsi capire esprimendosi al meglio delle proprie potenzialità.

Cardiff Bay, maggio 2009

l disegno è un linguaggio, bisogna sapere cosa dire.

Prima della partenza io non sapevo cosa avrei potuto condividere col resto del mondo, perché mi ero completamente distaccata da quello che pensavo e sentivo. Esistevo e nulla più.

Non ero depressa o chissà cosa, non avevo pensieri terribili di particolare entità.

Semplicemente, non avevo nulla da raccontare. E quando non si ha nulla da raccontare, che motivo c’è di esprimersi?

IL PAESAGGIO COME UNO SPECCHIO

Avevo già viaggiato disordinatamente per l’Europa; viaggiare mi piace e mi incuriosisce da sempre, ma non avevo mai “sentito” e “percepito” l’essenza dei luoghi, come se fossero vivi e parlassero; cosa che quella volta accadde.

Del resto, tre anni dopo conservo ancora foto di quelle scogliere in camera mia, le guardo e mi batte il cuore.
Da tempo che cerco di scrivere come andò quel viaggio, ma non ci riesco mai. I file rimangono a metà e poi vengono cancellati, come se non riuscissi a rendere l’intensità di quell’esperienza. Forse è giusto così, forse è qualcosa di troppo mio o forse non sono pronta a raccontarlo e lo sto ancora interiorizzando.

Quello che posso dire con limpida certezza è che quei luoghi mi raccontavano tanto: non di loro ma di me stessa.
Mi ci rispecchiavo. E’ possibile somigliare a un posto? Sembrerebbe una domanda assurda e forse infantile. Invece ho imparato che sì, è davvero possibile.

Penzance, marzo 2015

Se qualcuno mi domanda a che luogo somiglio, io somiglio alla Cornovaglia. Non siamo uguali, ma ci somigliamo come sorelle.

Coloratissima ed euforica nelle giornate di sole, frizzante o rabbiosa in quelle ventose (e credetemi, il vento là è tutta un’altra cosa, nulla a che vedere coi venticelli italiani), malinconica in quei giorni in cui le nuvole enormi e pesanti restano basse e la pioggia sembra rompere i vetri e voler spazzare via fiori e piante per non doverli rivedere mai più. Il tempo lì scorre lento, non per pigrizia ma perché si ama la vita nella sua essenza più primordiale. Lo percepisco e capisco profondamente.

E’ importante accettare di avere più di una natura dentro di noi, per potere esprimere tutto quello che abbiamo da dire.

Un viaggio può essere rivelatore.  E’ andata così, per me.

TORNATA IN ITALIA...

Presi in mano la mia vita.

Land's End, 24 aprile 2009

La decisione fu netta: una settimana dopo il ritorno sospesi l’università (naturalmente i miei genitori e il mio fidanzato storico furono allibiti dalla notizia), iniziai a studiare seriamente e con la massima dedizione per fare questo mestiere.

Non so ancora se riuscirò a farlo per sempre ma per ora lo faccio e cavoli, ci si sente bene ad essere sé stessi.

L'EFFETTO FARFALLA ESISTE IN OGNI COSA

Forse tutto è casuale, ma anche l’elemento infinitesimale può portare verso scoperte insperate.
Ogni tanto ci penso, riavvolgo questa storia fino a quella nottata in cui ascoltai quegli album, cancello l’evento…

E la catena si spezza.
Non ci sarebbe viaggio, forse ora farei tutt’altro, non conoscerei tantissime delle persone che oggi mi sono più care, non sarei così felice e neppure questo stesso blog esisterebbe.

Perché al ritorno da quel viaggio, l’illustrazione giorno dopo giorno ha permeato sensibilmente ogni giorno della mia vita.
Se non disegno leggo libri illustrati, giro librerie anche in compagnia di altri appassionati, faccio un salto a mercatini, navigo blog tematici…

Penzance, settembre 2015

NUTRITE CIO' CHE AMATE E CHE SIETE

Nutrite sempre e con costanza quello che siete.
Viaggiate, esplorate,  scoprite, scopritevi e non definitevi troppo, sperimentate cose nuove: musica nuova, libri nuovi, film e telefilm, mostre, cucine nuove.
E poi elaboratelo e condividetelo… Non può farvi e fare che bene!

Non sostengo che necessariamente si debba disegnare per professione, anzi conosco delle persone che lo tengono fermamente come hobby e mi dicono che farlo per lavoro farebbe scemare tutta la passione. Ognuno di noi è diverso.

Ma una cosa è uguale per tutti: la creatività va tenuta viva e bella sveglia. 
Se vi dicono “La creatività c’è o non c’è, è innata” vi stanno solamente riportando un preconcetto, una verità preconfezionata.

La creatività da sola non fa nulla se non le si dedica il giusto tempo. E’ un seme che fa crescere una delle piante più preziose di sempre.

Datele il terriccio giusto e annaffiatela regolarmente.

SEI ANNI DOPO

Amo ancora disegnare nel mio angolo studio, in silenzio o con della buona musica e in compagnia dei miei animali. Sono rimasta una tipa abbastanza tranquilla e riservata e non amo avere tanta gente intorno mentre lavoro.
Ma quel viaggio mi ha insegnato anche a portare il disegno lontano dalla mia scrivania, a condividerlo in certi contesti, e con grande gioia!
In questa foto sono alla Fiera di Bologna mentre disegno live allo stand Autori di Immagini per l’evento Wacom.
Dal 2013 ho iniziato ad insegnare e dare consulenze e ho scoperto che mi piace tantissimo assistere altri disegnatori.

Sarà perché un pezzetto (bello grande) di cuore rimane sempre lì, ma mi sembra impossibile sia passato tutto questo tempo.

Dal 2009 sono tornata in Gran Bretagna molte volte, soprattutto in Scozia e in Inghilterra (nel Wiltshire e naturalmente in Cornovaglia!)
Per questo, seppure lentamente, sto scrivendo un libro sul mio viaggiare da sola per il Regno Unito.

Come illustratrice, invece, ho iniziato una collaborazione proprio con un agente inglese, per poter lavorare nel mercato britannico che amo tanto.

In questi anni ho ripreso più volte in mano “La via dell’Artista” di Julia Cameron, un libro che mi ha aiutata tanto a codificare ciò che avevo appreso non solo in questo viaggio, ma anche in quelli successivi e nella vita di tutti i giorni.

Mi ha permesso periodicamente di fare il punto della situazione ed interiorizzare ciò che avevo appuntato nei diari di viaggio di volta in volta.

Da quando ho seguito il volume si è messo in moto uno strano meccanismo per cui ho conosciuto così tante persone speciali che fatico ancora a crederlo. Amici, collaboratori, compagni di percorso, anime affini.

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  1. fanciulla, che bel post :) e come ti capisco! si può certamente somigliare ad un luogo, anche io l'ho provato sulla pelle ed il risultato è sempre lo stesso: un'emozione che stringe il cuore. E' bello leggere di come hai ripreso in mano la tua vita ^^ Anche a me è capitato qualche anno fa ed è stata la decisione migliore che io abbia preso . Altrimenti ora la mia vita sarebbe vuota, lo sento sempre più.
    Un bacino :)

  2. Grazie mille per aver scritto questo post. E' da quando ho finito la scuola di fumetto tre anni fa che non ho più passione, ispirazione e idee, e se ogni tanto qualcosa mi veniva in mente scemava nel giro di poco tempo.
    Queste tue parole le terrò dentro come monito per andare avanti. Grazie ancora Morena :)

  3. Dopo tanti post che mi hanno sempre più convinta della mia "scelta" di non fare l'illustratrice di professione, quest ultimo mi ha lasciata un po'.. disorientata..
    non fraintendermi, il post in sè è bellissimo (come tutti gli altri, del resto), però mi hai dato qualcosa su cui riflettere seriamente e questo mi ha messo un po' di.. paura..
    il che forse non è un male, in effetti :)

  4. Hai centrato il punto.
    Penso tu abbia dato voce a molti dei pensieri che affollano i miei giorni ma non solo perchè condividiamo una passione ma più in generale perchè sono veri e propri punti di svolta. Il classico bivio in cui se vuoi puoi andare semplicemente dritto per la tua strada comodamente asfaltata, sennò sterzi per imboccare quella viuzza sterrata che non sai dove ti porterà ma sei comunque cosciente che al termine di quel tragitto sarai una persona diversa, migliore.
    Non sono molti quelli che hanno il coraggio di svoltare nella vita e tutte le stramaledette volte c'è sempre chi ti tira per la giacca e camuffa l'invidia nei panni di un "consiglio". Non è certo facile decidere ma nel momento in cui lo hai fatto sei sicuro che a prescindere da quale sarà il risultato alla fine non ci saranno rimpianti e tutto sarà servito per crescere, maturare.
    Ho fatto dei passi avanti verso il "mio mondo" ma non sono sufficienti fintanto chè non sarò riuscito a fare quel salto o quel viaggio che mi dia la certezza nei miei mezzi. Il battito d'ali c'è già stato e direi che piuttosto è arrivato come un treno in corsa ma ora sono davanti al mio possibile punto di svolta e faccio fatica a dinvincolarmi dai "consiglieri".
    Grazie mille, Morena, per i tuoi spunti di riflessione.

  5. Stupendo post! Grazie per averlo condiviso! Se ti va perchè non ci posti le pagine illustrate del tuo diario? e ancora per curiosità: che album stavi ascoltando? XD

    Io invece nonostante abbia sempre voluto studiare arte, e amato disegnare e veder disegnare vado in panico quando ascolto gente ancora più entusiasta di me sull'argomento. non Perchè invidio queste persone ma penso semmai a me e se io adesso lo voglio quanto loro essere una illustratrice. Mica tanto…o meglio a concepirlo come lavoro, finora che ho fatto sempre e solo per scopi imposti e scolastici alla fine anche al "termine" rimangono ancora dozzinali e troppo uguali a tante cose che si vedono ovunque, comunque influenzate dalle "mode" degli albi attuali..ad esempio ora va tantissimo il marchio divenuto ormai Tim Burtonesco, la cultura Pop-surrealista… parlandone con un mio prof diceva lui che era poco sensato illustrare come in quei casi senza dargli una motivazione personale ma quasi solo assecondando un pretesto di piazzare tante cose sconcertanti, un pò gotiche etc. in una atmosfera cupa e morbosa solo perchè "fa figo"…e se non sei Mark ryden è inutile provarsi a spacciarsi dei nuovi tali.
    Aldilà del genere, forse è una cosa saltata fuori grazie ai collezionisti e all'apprezzamento del vintage, dell'arte di nicchia diciamo…ma che finirà perchè è una tendenza… A me piace molto io non mi definisco popsurrealista però è sbagliato appropiarsi di questo mondo e provare a dargli un senso personale fondendolo con quello che avevi finora di tuo? oppure è uno stravolgimento poco necessario in realtà al naturale percorso di apprendimento?
    Oltre questo tanti altri complessi seguono, ma spero che questo tempo impiegato a studiare finora dissiperà i problemi quando comincierò a lavorare per gli editori..anche se suona tanto come un volersi tranquillizzare senza avere idea di quello che mi spetta!^^

    1. La questione dello stile sconcerta anche me. Vedo su illustrationfriday quello che viene scelto alla fine della settimana e non mi trova per nulla d’accordo, non mi dice niente e non mi emoziona. Mi sembra una moda e non vorrei assomigliargli. Bello sperimentare e fare uscire quello che si sente al momento.

  6. Dimenticavo che io un pezzo del tuo diario l'ho visto su Devianart, se non sbaglio.. se è quello che penso io allora ti devo ringraziare due volte, perchè all'epoca mi mise addosso una voglia di viaggiare che continua tutt'ora! Poi io adoro i diari di viaggio illustrati e il tuo è molto carino :))

  7. Commento solo ora, nonostante divori letteralmente ogni post di questo blog.
    Per quanto banale, ti regalo con immensa gratitudine una singola e semplice parola: grazie.
    Grazie e ancora grazie!

    Daniela

  8. Bellissimo post Morena! E' proprio quello che sto cercando e sono felice di sapere che è quasi "normale" sentirsi in questo modo, ovvero essere soltanto qui, ma non avere nulla da dire, da esprimere. Bisogna conoscere se stessi per distinguersi e avere di che dire..e il viaggio da soli è la cosa migliore..sono un pochino commossa..

  9. Sto vivendo un'esperienza analoga, e mi fa sorridere osservare come liberare la nostra mente dalle gabbie mentali che ci sono state imposte fin dall'infanzia, possa farci realmente scoprire noi stessi e trovare la felicità. ;) Credo che faticherai a raccontare della tua esperienza perchè ci sono delle emozioni talmente intrinseche e personali che a parole poco esprimono in confronto alla loro potenza e grandezza. Pensa ti hanno fatto trovare il senso della vita. Ognuno deve ricercarlo da sè. Bellissima rifelssione ti stimo e seguo sempre.

  10. Io sono in un momento della mia vita particolare, ho ritrovato la mia creatività, grazie a Dio, perché mi aiuta nei momenti di riflessione e nei momenti in cui ho bisogno di stare da sola, e so che il disegno, la voglia di creare un mondo a parte mi accompagnerà sempre.. ho poche certezze nella vita, e questa è una di quelle.
    Ma sono affascinata anche da altro.. e la mia vita sarà incentrata su altro, lavorativamente parlando.. ma il disegno e la mia creatività mi accompagneranno sempre. E non credo di stare tradendo me stessa.
    Comunque complimenti, mi hai fatto riflettere (si vede :P ).

  11. No, non hai annoiato, anzi grazie. GRAZIE per avere scritto questo post, mi ci sono rispecchiata e mi hai dato un altro po' di fiducia in più che proprio ora mi serve.
    Oserei dire che questo post fa parte di quei segni che il destino mi sta mandando ultimamente. :D
    Davvero grazie, ti mando tanto affetto per questa condivisione davvero preziosa.

  12. allora non sono l'unica che si identifica con un posto. io sono la costa ventosa dell'ovest dell'irlanda!!! :)

    bel post ciciu, condivido tutto in pieno!!!

  13. che meraviglia..sei molto coraggiosa! Vorrei trovare anche io la volontà di prendere e partire! so quanto mi farebbe bene..anche io disegno..da sempre. e studio per poterlo fare nella vita..ma mi manca sempre qualcosa…un viaggio è quello che ci vuole..

    1. non è detto debba essere una meta lontanissima :)
      ultimamente ho molta curiosità di visitare il New England e starci un po' di tempo (Maine,Massachussets) …vedrò!
      Come dicevo a una cara amica e collega, il viaggio parte da dentro. Il viaggio "fisico" deve essere anche mentale altrimenti non serve. Il lavoro della svolta nasce da dentro!

    2. Accidenti questa risposta l'ho vista per caso dopo più di un anno!….beh…ora il desiderio di partire si fa sentire più che mai! …Arrivata alla penultima sessione esami ho già diversi viaggetti in cantiere, da fare con una gran voglia di conoscere vite e posti nuovi. Ed è stato proprio RDD negli ultimi anni a solleticare e far crescere la mia voglia di curiosare e conoscere.. e soprattutto di FARE! Grazie davvero!:)

  14. Ciao Morena! Sai che mi hai commossa? Forse perchè tra pochi giorni compio anch'io 25 anni, forse perchè, in fin dei conti, condividiamo lo stesso sogno e anch'io, adesso, sono di fronte al bivio più grande incontrato sulla mia strada…Ti vorrei dire "grazie", perchè le tue parole e il tuo ottimismo riescono a contagiare a distanza!
    ……Ok, mo' basta con questo commento melò…Grazie cmq per averci regalato un po' dei tuoi pensieri!! ;p

  15. che bello scoprire che altre persone hanno vissuto esperienze simili alla mia,mi ritrovo molto in questo tuo post!GRAZIE per averlo scritto!si,si può identificarsi in un posto,al punto di sentire un bisogno viscerale di fondersi con esso….

  16. Ciao Morena,
    devo dire che il tuo post mi rimbomba in testa da un paio di giorni…ho studiato fumetto e illustrazione per tre anni, e dopo la laurea mi son detta "Ottimo…adesso si fa sul serio: si incomincia a far fumetti". Peccato che lo slancio iniziale è subito scemato quando mi è stato offerto un posto di lavoro in un ufficio grafico. Data la situazione di questi tempi, a una proposta così cosa dici "no grazie, sarà per la prossima volta?". Poi si sa, imparare cose nuove e spaziare non fa mai male e sicuramente può servire in futuro.
    Così ho accettato il posto e accantonato i miei piani futuristici di conquistare il mondo disegnando su carta a china. Sta di fatto che dopo un anno all'ufficio grafico i fumetti li vedo con il binocolo e sono completamente immersa a fare leaflet, cataloghi di gelati e siti web.
    Il punto è che ho cominciato a deprimermi perché convita di perdere tempo, però c'era comunque una vocina piccola piccola che mi diceva di non lasciare un lavoro sicuro che portava qualche comodo soldino in più a casa.
    Poi…l'effetto farfalla. Mi ha proprio dato uno scossone: infatti è da ieri che continuo a pensare a cosa voglio veramente fare nella mia vita e a pormi la fatidica domanda "continuo con il mio lavoro o mando tutto all'aria e inizio a seguire la mia più grande aspirazione, diventare una fumettista professionista?"
    Grazie veramente per questo tuo splendido racconto!!

  17. Oggi che di lavoro in ufficio ce n’era poco mi sono dedicata a leggere il tuo Blog …che dire, grazie Morena, in questo racconto, ho viaggiato con te e ho sognato con te. Spesso quando mi trovo qui sulla mia scrivania mi sento molto triste e annoiata di questo lavoro, fatto di carte e pratiche… per carità un lavoro sicuro che comunque non è sinonimo di felicità. Ho 37 anni, amo disegnare e ammiro chi riesce a lavorare di questa grande passione :) …Credo di essere ormai fuori tempo massimo per intraprendere questo viaggio fatto di colori e fantasia però il bello è che ci credo ancora…da oggi hai una fan in più !

    1. Ciao Silvia,
      intanto ti ringrazio per il tuo commento e poi mi affretto a dirti una cosa che bisogna stamparsi nella mente: non esiste un’età limite!! :-)
      Non siamo calciatori!

  18. Morena, GRAZIE. Perché mi hai fatto sentire meno sola e mi hai dato una testimonianza di che se ora mi sento spaventata e inadeguata non vuol dire che non possa diventare illustratrice.
    Non sai quanto mi sento vicina quando parli di spinta vitale sopita, di non riuscire a disegnare per secoli, di non poter creare niente spontaneamente…ho ancora questi problemi ma anch’io ho deciso che faró l’illustratrice e fortunatamente mi sento di aver giá fatto parte del percorso, sto aspettando il momento giusto per prendere in mano la mia vita come hai fatto tu e letteralmente NON VEDO L’ORA (anche se non mi é ancora chiarissima la parte su chi pagherá il cibo e l’affitto!)

    Si puó assomigliare a un luogo e lo si puó anche amare tanto come se fosse un’entitá fisica: per tanti anni la mia creativitá é stata intrinsicamente legata al Giappone, il mio primo, grandissimo e totalizzante amore. Dopo aver vissuto lí e capito che potevamo amarci solo se fossimo rimasti lontani, mi sono trovata con una specie di vuoto pneumatico nel cuore ma allo stesso tempo ho scoperto quante altre cose meravigliose aveva il mondo da offrire e da quando sono tornata ho imparato piú cose che mai.
    Quest’anno torneró a Tokyo dopo 5 anni, con un bagaglio di esperienze e una consapevolezza totalmente diversa, e vagheró piú o meno sola, come te in Cornovaglia…non vedo l’ora di rivedere il mio grande amore con occhi diversi e di scoprire cosa vorranno raccontare i miei disegnetti :)
    Scusa se mi sono dilungata, é che il tuo post mi ha davvero toccato il cuore.
    Ti seguo sempre, grazie e un bacione!

    p.s.: sono follemente innamorata dei tuoi draghetti!!

    1. Ci sentiamo tutti inadeguati e fragili, chi più chi meno, e in diversi momenti della vita. Questo non significa che non possiamo andare avanti comunque.
      Come ha detto una persona molto importante e saggia, non c’è coraggio senza paura :)
      In bocca al lupo e grazie anche per i miei draghetti!! Vorrei farne di più :D

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